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Ombrelli, sacrosanti ombrelli. Niente di meglio per fare un ritratto improvvisato in un angolo, e fare finta di saperci fare con la luce. Stavo pensando, in questi giorni di Sciacca Film Fest, di aggiungere un ulteriore tocco di inglesità al mio look. L’ombrello già c’è, potrei aggiungere una bombetta, da indossare durante le prime e le presentazioni. Darebbe un tocco di classe. Soprattutto, nell’insieme nerd – photographer con cui vado in giro per ora: braghe e scarpe da skate, maglietta di Ratman, stativo aperto e brandito come un monito ad accendere le luci.

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Per il ritratto della celebrità di ieri, però, non ho usato ombrelli, ma un concentratore. Massimo Ciavarro, piazzato davanti al banner del festival, con un tocco di luce sul viso. Colori più saturi, maggiore definizione. Con il buon Ciavarro ci siamo fatti un giro per Sciacca, siamo andati a bere qualcosa al Murphy’s, ed ho capito che è molto istruttivo camminare con le celebrità. La gente lo ferma, chiede fotografie e autografi, scambia due chiacchere. C’è la generazione che lo riconosce per fotoromanzi e Sapore di Sale, e quella che lo riconosce per L’Isola dei Famosi. Lui è sempre molto disponibile, non si tira mai indietro.

E’ strano vedere realizzato in modo così lampante quello che di solito leggo solo negli articoli e nei libri: il fatto, cioè, che il vero fattore unificante di questo paese è la televisione, e tutta la cultura che la riguarda. In poco più di un’ora, diverse generazioni e fasce sociali e culturali hanno trovato un motivo per salutare Massimo Ciavarro, personaggio che appartiene a pieno diritto alla cultura popolare. E a poco serve ricordare che c’è anche una parte di Italia che ha altri punti di riferimento, perché il punto è proprio quello: le due culture si snobbano, felicemente, a vicenda.

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Va bene. Riflessioni profonde a parte, ieri ho iniziato a tentare una fotografia particolare, che ho in mente da un pò. L’Arena Giardino durante una proiezione, con le luci del quartiere, lo schermo e la platea. Ancora non ci siamo, però. Ho poco dettaglio sulla platea, e lo schermo sovraesposto. Dovrò inventarmi qualcosa. Sparare flash galattici in platea, per esempio. O pregare gli amici dello staff di lasciare le luci accese in platea per trenta secondi. Potrei anche tarocc…. ehm….. “lavorare” le foto in photoshop, ma ultimamente è un pò contrario alla mia filosofia. Vedremo. Per intanto, buttiamoci nel quarto giorno di festival. Oggi, oltre alla replica del primo blocco dei corti in concorso, ci sarà l’omaggio a Demetrio Stratos, in occasione della proiezione di “La voce Stratos”, con una performance musicale e vocale di Mario Formisano, degli Almamegretta. Sempre alla Badia Grande, sempre a Sciacca, sempre allo Sciacca Film Fest.

(come sempre, gli scatti della giornata di ieri sono visibili sul sito dello Sciacca Film Fest)

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