Tempo fa avevo scritto, qui, qualcosa a proposito della “caccia” a soggetti da fotografare. Avevo descritto, brevemente, il processo con cui il fotografo americano Alec Soth trova i suoi soggetti: scrive una lista di cose di cui è interessato, e l’avere una lista lo spinge ad uscire, a cercare cose da fotografare nel vasto, buio mondo.
L’avere una lista, il redigerne una, è un modo di fare ordine nel mondo, per capire bene il nostro rapporto con esso. Non è stata una sorpresa, quindi, guardare la puntata di ieri di Vieni via con Me, tutta incentrata sugli elenchi. Elenchi che esprimevano motivazioni, che dipingevano situazioni, che cercavano di mettere ordine in un mondo, quello odierno, che è sempre più vasto e confuso (e, proprio per questo, difficile da fotografare come si deve, aggiungo io). C’è tutta una sezione elenchi sul sito di Vieni via con me, in cui le persone possono proporre il proprio elenco, e si va dall’esistenziale (motivi per restare in Italia, o per andare via) al più pratico (gente che incontri in autostrada).
Degli elenchi che ho ascoltato ieri in trasmissione, però, mi ha fatto impressionato molto questo: bisogna essere veramente pieni di frustrazioni, per dire cose del genere ad uno sconosciuto, al telefono.
Aggiungerò i miei due cent, allora. Ecco l’elenco dei libri che, in questo momento, ho sul comodino, o sparsi per casa per leggerli o rileggerli:
- “Verso Mauritius” di Patrick O’Brian
- “Verso un’ecologia della mente” di Gregory Bateson
- “Godel, Escher, Bach” Douglas Hopfstadter
- “Piemonte” Josef Koudelka
- Una monografia su David Bailey
- “Educare lo sguardo” Roswell Angier
- “Impero” Niall Fergusonn
- “Io, l’Immortale” Roger Zelazny
- “La voce delle immagini” Chiara Frugoni.