TL,DR: ho cancellato il mio archivio Twitter perché era diventato troppo confusionario e ingombrante, ora userò l’account per comunicare il mio lavoro.  

Pulizia

Una delle prime cose che ho fatto nei primi giorni del 2019 è stato vaporizzare tutto il mio archivio Twitter. Ottomila micropensieri scritti a partire dal maggio 2009 sono andati al creatore, e in più ho installato un servizio che da oggi cancellerà tutti i tweet più vecchi di tre mesi. Dato che però l’account è ancora in piedi, questo post serve a spiegare ai curiosi perché l’ho fatto. Ha a che fare con la presenza on line, con il fatto che il mio mestiere si svolge sempre di più su internet, e con qualche valutazione sull’utilità generale di Twitter.

Addio, e grazie per tutto il pesce…

Il mio account Twitter, come dicevo, è nato dieci anni fa. Allora facevo il fotografo, avevo una vita e convinzioni diverse da quelle di oggi. Dentro la timeline c’erano un sacco di foto, link, prese di posizione estemporanee, chiacchiere con estranei e l’occasionale cronaca in diretta di un evento, ma non mi ero reso conto di quanto materiale ci fosse dentro fino a che non ho scaricato l’archivio. Ho fatto i calcoli: da quando sono su Twitter ho scritto l’equivalente di cinquecento pagine di testo, un libro bello corposo.

Solo che il materiale è tutto fatto da micropensieri, cose legate al momento, frasi nette che avevo imparato a pensare apposta per il microblogging e che mi evitavano la fatica di approfondire un’idea. Ci sono stati momenti strani, come quando mi sono messo a postare ogni mattina un segnale di inizio trasmissioni seguito la sera da un monoscopio, e ci sono state, sempre crescenti, le liti on line. In questo non sono stato per niente distante della media, quando Twitter ha iniziato a trasformarsi in un immondezzaio non mi sono tirato indietro e ho messo in circolo la mia parte di sciocchezze, diventando una sponda per contenuti altrui o esasperando opinioni che andavano ponderate.

È la natura del mezzo, che si è incrociata al clima del periodo. Ma in mezzo c’è il fatto che i miei contatti e la mia ricerca di informazioni e relazioni passa sempre più dalla rete, e molte delle mie potenziali collaborazioni passano anche da una visita al mio profilo Twitter. Qui nasce il primo problema: che cavolo c’è, in ottomila tweet? Io non ne ho idea, non posso ricordarmi tutto. Ma sono sicuro che, facendo una ricerca, salterebbe qualcosa che mi mette in imbarazzo: una presa di posizione palesemente errata, cazzi miei che quando ho scritto mi sembravano innocui ma oggi non dovrebbero essere pubblici.

Ripeto: non lo so. Magari non c’è nulla. Ma negli ultimi tempi mi ero reso conto che questo archivio gigante era diventato un limite. Quando avevo un’idea su qualcosa da fare su social o mi veniva in mente di sperimentare mi ponevo subito il problema di cosa avevo fatto prima, di come essere coerente, di come non buttare all’aria tutto quello che avevo fatto fino a quel momento, neanche avessi costruito chissà che opera d’arte. Ancora peggio, tutte le volte che mandavo una mail di contatto a qualcuno andavo subito a vedere la timeline, sperando che non ci fosse nulla che pregiudicasse potenziali relazioni di lavoro.

E poi, Sua Maestà Warren Ellis ha fatto la stessa cosa e la ripete periodicamente. La regola è davvero semplice: se lo fa Warren Ellis è giusto, chiudi il becco.

Un sacco di stronzate e niente da mettermi

In più, ultimamente mi sfugge proprio il senso di Twitter. Senza arrivare a cuori spezzati come quello di Sean Bonner (uno che dovreste seguire), mi sono resto conto che Twitter non è più il luogo in cui iniziare conversazioni che continuano altrove. Per lo più è diventato il luogo su cui vengono a ruttare tutti quelli che non sono in grado neanche di farlo in grande formato, su Facebook. L’obiettivo principale su Twitter è raggiungere la superiorità sugli altri utilizzando sempre questo tono ringhioso e tagliente, e quando non è questo è mobbizzare gli altri.

L’unico motivo per cui non mi cancello del tutto è che sto ripensando tutta la mia presenza online e ho qualche progetto anche per questo sito, che diventerà una parte sempre più importante del mio lavoro. Twitter quindi servirà a rilanciare i miei contenuti, a comunicare quello che faccio e a rilanciare cose che mi sembrano interessanti. Tutte cose che nella vecchia timeline ho provato a fare tante volte, ma mi sembrava non avessero presa, con tutto quell’ingombro alle spalle. Adesso penso che sarò molto più libero di sperimentare. È un primo passo.

Ps: per chi fosse curioso, ho cancellato il mio archivio utilizzando il servizio TweetDelete. Loggandosi con il proprio account si può chiedere la cancellazione di tutti i propri tweet, e anche impostare la cancellazione di tutti i tweet più vecchi di un certo lasso di tempo (io ho impostato tre mesi). Ovviamente, prima di fare una cosa del genere è meglio richiedere l’archivio di tutti i propri tweet, nel caso non si vogliano perdere. Basta andare nelle impostazioni del proprio account.

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