Le urne sono chiuse, come si dice, con i risultati noti. La Lega primo partito d’Italia con una percentuale che fa impressione, prima di lei numeri così li avevano avuti solo il Pd di Renzi alle europee di quattro anni fa e la Dc e il Pci, in elezioni politiche di qualche era geologica fa. Poi, staccati di più di dieci punti, il Partito democratico, il Movimento cinque stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia, e altri partitini che non sono entrati nel parlamento europeo. Le analisi dei voti le conosciamo, sappiamo qual è il moVimento che esce con la bastonata più forte e qual è il partito piazzato meglio, e sappiamo che il voto alla Lega viene da esigenze a cui non si è saputo dare non dico risposta, ma non si è stati neanche in grado di ascoltare: Lampedusa e Riace sono gli esempi più lampanti, ma anche le province piemontesi, dove non si è esattamente dei poveracci e dove non ci si sta esattamente trasformando in Beirut. La polvere si posa, chi vuole capire i messaggi in arrivo dal corpo elettorale ha un’occasione per farlo.

Nel frattempo l’elettorato, o la strana rappresentazione che ne danno i social network, si sta comportando in modo strano. Non c’è una persona, una, che sia contenta di quello che è successo alle europee, è tutto un rosicare, un regolare conti, un chiedere la sparizione di quello e di questo. Rosicano, e questo è normale, i militanti del Movimento cinque stelle, almeno quelli che non si sono eclissati dopo domenica sera. Poverini, bisogna anche comprenderli: hanno fatto tutto per l’Italia, le hanno regalato un futuro migliore, hanno abolito la povertà, hanno avviato il processo per un altro boom economico migliore di quello che negli anni sessanta ci ha fatti diventare la sesta potenza industriale del mondo, e gli italiani come risponono? Astenendosi, voltando le spalle, votando Lega o, orrore, tornando al Pd.

Mondo crudele e ingrato, quello in cui è costretto a vivere il militante
Cinque stelle.
Una selva di cattiveria in cui i puri, quelli che hanno a cuore solo l’interesse del paese, la pulizia morale, il Futuro dei Nostri Figli, vengono presi a sberle in faccia. Capisco perchè sono spariti: non fa piacere a nessuno vedere piangere delle persone adulte.

Anche Michael Jordan vota moVimento.

L’altra parte di popolo che rosica è quella di sinistra, che si lamenta in modo ipertrofico e isterico perché ha fatto della sconfitta la propria ragione di vita. Sono all’incirca elettori a sinistra del Pd, negli account Twitter hanno le bandierine arcobaleno o di qualche altro stato perché si sono persi il momento in cui si capì che le bandierine nel nome urlano al mondo “sono un idiota”. In questo momento stanno sparando ad alzo zero contro il Pd e tutto quello che gli sta intorno, anche se questo “stare intorno” è solo percepito o se lo stanno inventando di sana pianta.

Il motivo dell’isteria è doppio. Primo, sostengono che il Pd è un partito di destra o direttamente fascista (“come gli altri!”), e che quindi chi lo vota è complice dell’avanzata di destra. Secondo, dicono che il Pd è un partito che imbroglia, perché dice di essere di sinistra quando in realtà è di destra, e quindi la sua stessa esistenza blocca la nascita della Vera Sinistra, quella che salverà l’Italia e il mondo trascinando a sé milioni di illusi che pensano di essere di sinistra ma che invece votano a destra.

Il fatto che in tutte le ultime elezioni italiane si siano presentati soggetti di sinistra e che abbiano preso meno voti di me quando mi candidai a rappresentante di classe non sembra scalfire questa teoria: è il Pd che blocca la sinistra, non il fatto che non riesce a prendere voti, e che probabilmente riproporre linguaggi e metodi fermi a quarant’anni fa sia quello che ha condannato la sinistra-sinistra all’estinzione. No no, sono gli elettori di sinistra che, praticamente dei gonzi, pensano di votare per un partito di sinistra che in realtà non lo è.

Il paradosso è che nella foga di prendersela con il Pd i militanti di sinistra-sinistra dimenticano di dire una parola su chi ha vinto e sul perché è stato così votato, e soprattutto evitano con cura di guardarsi allo specchio. Se proprio c’è una sinistra così solida e una parte di popolazione così in attesa del suo arrivo messianico, beh, bisognerà chiedersi perché questa gente preferisce rimanere a casa e farsi governare da Salvini che muovere il culo per andare a votare La Sinistra, Potere al Popolo o le varie colonie monocellulari che cercano di riutilizzare il nome del Partito Comunista Italiano. Forse, dico forse, la sinistra dovrebbe ripensare qualcosa di sé stessa, a cominciare dalla sua presunzione.

Siete così bruti voi italiani, perché non capite?

Alcuni elettori che in queste ore scagliano i propri dardi indignati (scrivo così per farmi capire da loro) hanno preso lauree e master, frequentano i teatri e gli ambienti colti, viaggiano e leggono. Grazie a tutto questo riescono a rosicare in modo più articolato. Sono persone che, mediamente, hanno votato Pd, si sentono migliori di una parte del paese e fanno sempre più fatica a nasconderlo, visto che hanno un elenco molto lungo di rimostranze. Vedono le persone che hanno votato Lega come degli ignoranti bifolchi campagnoli che non sanno bene com’è fatto il mondo e a cui invece andrebbe spiegato, dato che ormai siamo nella globalizzazione e l’unica cosa sensata da fare è ingoiarla, piaccia o no. Alla paura della precarietà, ai dubbi sulla propria stessa identità, alla paura di vedere il mondo che cambia davanti a sé, alla rabbia nel vedere che la propria paura viene sbeffeggiata, minimizzata, neanche ascoltata per mandare avanti un disegno di pulizia morale che viene partorito in un salotto e poi viene vissuto in una periferia, i rosiconi colti rispondono a muso duro: zotici, viaggiate un po’, volete campare alle spalle dello Stato, non possiamo fermare l’innovazione né il futuro. Ritocchiamo il suffragio universale, piuttosto. 

Un giornalista, che tra l’altro stimo tantissimo, ha detto: se le persone hanno così paura dell’innovazione allora perché comprano i telefonini? Ci vuole parecchia supponenza per credere che il problema si possa risolvere con un po’ di fallacia logica su Twitter. Dai per scontato che uno non possa risponderti “dunque se compro un telefonino non posso avere paura del fatto che sarò precario fino ai cinquant’anni?”. Il punto è tutto qui: c’è una parte d’Italia che si sente l’elite ed è pronta a usare il suo potere per andare avanti con il suo progetto progressista senza accettare opposizione. Sanno bene qual è il Bene, non possono perdere tempo ad argomentare con uno di Riace o Lampedusa. Cosa vuoi che ne capiscano, poi, quelli di Riace o di Lampedusa? Sono terroni che hanno votato per Salvini, non sono proprio in grado. Ne sa molto di più uno che da anni è un expat e non ha mai messo piede a Riace (a Lampedusa sì, bella la spiaggia dei Conigli ma le granite le fanno meglio a Catania), e che non a caso ha votato Pd.

(Bonus: molti settentrionali non si rendono conto di quanto sia razzista l’argomento “Ma guarda questi terroni che hanno votato Salvini”. Lo so, si dice in buona fede, non c’è nessun intento razzista eccetera. Resta il fatto che l’immaginetta del sud arretrato e popolato di gente che segue logiche sottosviluppate è tutta stampata lì, nell’insulto per chi non vota come piace a noi. Se non ve ne rendete conto, auguri: è uno dei motivi per cui vincono Salvini e il Movimento cinque stelle. E no, non vale se il vostro amico siciliano o campano ridacchia quando gli dite che è un terrone e voi siete sinceramente scherzosi e lontani da qualsiasi cosa puzzi di razzismo. Fate un esperimento e sostituite le parole: “Guarda queste donne del cazzo, dovevamo togliergli il suffragio quando possibile” non suona tanto scherzoso, e non lo accettereste neanche se fosse chiaro che si sta scherzando, veh? Altra prova: “Musulmani maledetti, hanno votato in maggioranza per la Brexit”: quanti sarebbero disposti ad argomentare che no, non è razzismo, è solo presa d’atto di una situazione, e comunque si scherza e il mio amico Mohammad sorride quando gli dico negro?).

“Cioè, sta dicendo a me che sono razzista, ‘sto terrone”.

C’è l’ultima fetta di rosiconi post-europei, la più numerosa e quella più difficile da spiegare. Dalla diffusione dei primi risultati, gli elettori della Lega sono impegnatissimi a dire peste e corna del Pd, molto più che a festeggiare la vittoria del partito che hanno votato. Sembrano degli innamorati cornuti e mazziati, per lo zelo che ci mettono: sottolineano che il Pd è morto, che rispetto alle altre elezioni ha preso meno voti, che il quaranta per cento ormai è morto e sepolto, e poi setacciano il web per trovare e pubblicare le dichiarazioni di ogni singolo leader del Pd e sbeffeggiarlo. Zingaretti, Orlando, Renzi, Calenda, tutti più o meno soddisfatti per il risultato che dà il Pd stabile sui voti assoluti, e da parte degli elettori della Lega è tutto un invito a farli bere meno, a dire che è per questa classe dirigente che il Pd è destinato a continuare a perdere. Si direbbe che più che a fare vincere la Lega il voto di domenica fosse orientato a fare sparire il Pd. Me lo spiego solo così: non si accetta che ci sia ancora quel partito in giro, e nel momento in cui il partito per cui si è votato prende un terzo dei voti non si sa esultare perché il vero risultato atteso era la sparizione del Pd e di quello che rappresenta. O dipende da questo, oppure le persone sono ossessionate dal Pd più di quanto la gente di sinistra sia ossessionata dalla Lega, da Renzi o da quale che sia il nemico che ha in un dato momento.

Un voto generato dal rancore, quindi. Non solo quello dei leghisti, che pure di rancore ne hanno tanto e non mancano di ricordarlo quelle due tremila volte al giorno, quando attaccano con il loro rap che non saprei riassumere perché ormai quando sento “Il problema è…” disconnetto tutto, di immondizia già ne ascolto tanta. Ma di rancore sociale, spalmato su tutte le classi e i livelli culturali: i deboli ce l’hanno con le elite che li hanno abbandonati, con i professoroni e i radical chic, come amano dire senza accorgersi di essere diventati dei pappagalli che ripetono le cose senza averle capite; le élite ce l’hanno con il popolino, che non capisce quanto sia importante l’inclusione, più ancora di avere un lavoro che ti fa arrivare a fine mese; i liberali duri e puri, quelli che solo l’economia comanda e la democrazia è un orpello, ce l’hanno… boh, con tutti, con chi vuole fare spesa, con chi non accetta come dogma qualsiasi approccio economicista, con chi la pensa come loro ma arriva a conclusioni diverse, con chi non la pensa come loro, con chi vorrebbe parlare di politica, con chi non ne vorrebbe parlare, con chi vorrebbe più libertà civili, con chi ne vorrebbe di meno.

A sinistra, pure loro ce l’hanno con tutti: con la destra, con il centro, con la sinistra, con il mondo che non è come dovrebbe essere, con Togliatti per l’amnistia, con sé stessi per non essere abbastanza di sinistra, con i compagni per non essere abbastanza vigili. Viene da chiedersi se un giorno qualche psicanalista si deciderà a lasciare libera la sinistra di andare, puoi essere quello che vuoi, non te l’ha ordinato nessuno di essere di sinistra, puoi liberarti di questa cosa.

E il Movimento, loro sono dei professionisti del rancore al punto che adesso stanno ancora covando ma presto la cosa più logica è che ci saranno delle ritorsioni in perfetto stile sovietico, epurazioni nel partito, tagli di misure che avrebbero dovuto portare più voti e invece ne hanno portato meno, punizione di territori indisciplinati come la Val di Susa, sterminio degli uliveti pugliesi per farci passare altri tre gasdotti, cose così.

In questo momento siamo una repubblica basata sul rancore sociale. La buona notizia per tutti è che le cose cambiano talmente in fretta che si può fare una semplice previsione: nel giro di pochi anni, il rancore sarà puntato da un’altra parte e ci toccherà difendere quelli che oggi comandano dagli stessi che li sostengono alla cieca. Come è già successo. Io ho già puntato l’orologio.  

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